Vi dirò, in questo breve aggiornamento sulla riunione di Torino, alcuni dettagli sui progetti in cantiere della squadra ‘Dicosì’. E lo farò per due ragioni: la prima, perché desidero si sappia che il lavoro degli altri va riconosciuto, onde evitare, anche, che qualche furbetto – per la verità più d’uno – possa appropriarsene senza merito. La seconda ragione è ben più seria e si chiama ‘rispetto’.
Rispetto per questi architetti e ingegneri che, togliendo tempo al lavoro, si sono dedicati a studiare norme, regolamenti e bilanci. Come Rudy, che ci ha spiegato come Inarcassa e la Fondazione potranno accompagnare la previdenza ben prima di iniziare la professione. O come Marina, che ha già mappato l’Italia ed è pronta a far ripartire ‘Inarcassa in città’ con le nuove tecnologie. Rispetto, anche e soprattutto, per l’intero Comitato dei Delegati che ci richiama ad una serietà spazzata via dalle cialtronerie offerte in pasto a qualche malcapitato giornale cittadino. Rispetto dunque, per un organo istituzionale che dovrà decidere del futuro previdenziale di 170.000 liberi professionisti, delle loro famiglie e dei loro studi professionali. Un Comitato che avrà il dovere di rispondere anche ai temi, per noi importantissimi, che Felice ha voluto mettere in luce e che legano il lavoro alla previdenza. Quel binomio che tante volte, in questi anni di crisi, abbiamo definito ‘inscindibile’. Infatti, non è soltanto il contesto economico ad essere cambiato; i redditi dei professionisti continuano a scendere, perché le professioni di architetto e ingegnere ‘vengono esercitate per lo più secondo schemi di vecchia concezione’ senza misurarsi con mercati, tecnologie e sistemi nuovi. Ed è su questo confronto con il nuovo che la Cassa dovrà misurarsi – in termini di competenze e organizzazione – non soltanto a favore della sua sostenibilità ma per far evolvere al meglio le prestazioni erogate, siano esse previdenziali o assistenziali. Giusta sollecitazione. Tutti noi avremo il dovere di mantenere il passo coi tempi. E per riuscirci servirà l’impegno di tutti i delegati, vecchi e nuovi. Tutti, come ha ricordato Enrico, dovremo formarci ed informarci. Perché la previdenza, non s’inventa, si studia.
A cura della Redazione