Abruzzo e Molise, grandi temi e voglia di futuro

Tre i temi che Dicosi ha voluto sollecitare in apertura di questo incontro stimolante: quello della fragilità: nel quadro di questa nuova condizione economica, in cui irrompe il coronavirus, i professionisti sono tra coloro che ne hanno risentito di più. Le crisi da sempre acuiscono le polarizzazioni tra nord e sud, uomo e donna, giovani e anziani. Altro tema è la volatilità dell’epoca che stiamo vivendo. Poiché non siamo nelle condizioni di prevedere quel che accadrà, dobbiamo metterci nelle condizioni di essere pronti ad ogni emergenza. Ed infine la resilienza: adattarci all’imprevisto significa avere la forza di ripartire.

Su questa linea Maria individua tra i temi di grande importanza, le disabilità e l’assistenza che devono essere all’attenzione principale del CND. L’idea del cruscotto previdenziale è da ritenersi validissima.

Per Gianluigi la Fondazione deve avere pochi ma precisi impegni. Dinamismo è la parola che lo affascina di più. La contribuzione volontaria come strategia futura e più in là TFR da combinare con la prestazione previdenziale. Fare le simulazioni dopo pochi anni di iscrizione può far confondere e sarebbe auspicabile attivarla dopo almeno 8 anni. L’informazione non deve seguire le mode ma lavorare in profondità. Più in generale parlando di lavoro, l’ecobonus può rappresentare un’opportunità. Renato dichiara che l’esperienza passata in seno alla commissione sanitaria paritetica gli ha consentito di far comprendere agli iscritti le potenzialità offerte in tale campo dall’ente.

Entusiasmo, sfida, impegno, studio questo è stato l’incipit di Mario Persia neodelegato. Inarcassa ha dato dimostrazione di molti cambiamenti positivi: le sanzioni, la cessione del quinto, la deroga, l’F24, e anche Vitruvio che pure non ha funzionato benissimo e deve migliorare. E’ una piattaforma più snella per le imprese e più complessa per i professionisti. Molto è stato fatto e molto ancora si può fare per crescere.

Gianni che appartiene al gruppo dei colleghi saggi, ci ha parlato di questa bellissima e strana avventura in Inarcassa. Per Giuseppe, non si guarda all’accantonamento dei contributi; il malcontento generale è dovuto alla profonda crisi; gli dispiace sentire i colleghi parlare di inarcassa come un nemico. Questa situazione di grande indecisione è dovuta all’aumento dei costi ed alla diminuzione degli introiti. Servirebbe una campagna di sensibilizzazione verso i giovani per invogliarli, ove possibile, a contribuire di più.

Anche Luciano considera la sua esperienza di questi anni in Inarcassa una grande occasione di confronto; i lavori del cnd – sottolinea – sono un punto di riferimento della professione che deve considerarsi sempre in manutenzione e sempre in divenire. Infine, il problema dei non regolari è uno dei nodi difficile ancora da risolvere, ma così come, grazie al lavoro del Cda nell’aver insistito per la riduzione delle sanzioni, si potrà superare anche questo complesso tema.  

‘Ci fa parlare l’ignoranza e la disperazione’ dichiara Giustino. L’umore di chi paga o si concretizza in aspettative o passa in second’ordine. Il cruscotto previdenziale è determinante e la comunicazione dovrà valorizzarlo e divulgarlo al meglio. Spesso siamo bombardati da tante richieste che sono tutte riportate sul sito. Inarcassa e la fondazione devono diventare il punto di riferimento della professione. La scommessa da vincere è quella di fare un piano per organizzare dall’alto la professione. Massimo invece è convinto che si debba curare di più lo sportello all’interno dell’Ordine (il nodo periferico) per avere un rapporto più diretto con gli iscritti.  Magari li si potrebbe aiutare anche con una brochure con tutte le informazioni dovute, ma anche dando vita ad uno spazio per scambiarsi le opinioni. Fragilità, volatilità e resilienza sono certamente temi cari a Dicosì, ma al termine di questo incontro ci incoraggia davvero la grande concretezza e la voglia di guardare al futuro dei nostri colleghi.