Il potere, i Palazzi, Roma e il Lazio.
Sarà la vicinanza con i palazzi del ‘potere’, sarà forse per la sua storia, ma il Lazio offre sempre qualche sorpresa. Quattro neo delegati attenti e studiosi sono scesi in campo per incontrare Dicosi. Non è solo politica – cui pure Roma è legata a doppio nodo – ma è il coraggio di non sfilarsi dal complesso mondo previdenziale. Chapeau! Noi di Dicosi ci siamo e ci saremo, senza lasciarli soli né oggi, né mai.
Anche per il Lazio il problema centrale è il binomio lavoro e previdenza. Antonio apre sottolineando che occorre fare un piccolo sforzo per consentire a chi non è in regola, anche attraverso il Fondo di garanzia, di avvicinare la Cassa alla base degli iscritti. E Massimiliano propone di costruire un piano di rientro dal debito oltre i 36 mesi, da rivedere quando si tratta di somme cospicue. Un piano Marshall, propone, che consenta rateazioni più lunghe ma non condoni. Giusto, Inarcassa non chiede né condoni né sconti, Inarcassa rispetta le leggi, le onora sempre e comunque. Lo sa bene Lorenzo, che ha ribadito una regola fondamentale: la cassa non è sostitutiva del Governo. E siamo certi che ci aiuterà a spiegarlo ai nostri colleghi. L’accesso alla nostra ormai storica Inarcassa Card andrà favorito con ogni mezzo possibile anche con tassi di interesse più miti. Lorenzo ha ragione e Dicosi, anche con il suo aiuto, ci riuscirà. Flavio, colto ed esperto dei gangli romani, punta dritto alla Fondazione. Da ripensarsi per intero lavorando per un’autonomia vera. ‘Ma attenzione – ammonisce – bisogna evitare le sovrapposizioni con gli ordini ed essere chiari una volta per tutte se portare avanti la fondazione o chiuderla per sempre’. Ancora al centro delle discussioni, la comunicazione. Per Gianluca Z. serve migliorare la comunicazione verso gli iscritti, sia quella verso CNI e CNAPPC. E serve anche chiarire quanto fatto finora e quanto si farà sui nodi periferici. Alessandro, sottolinea i risultati economici apprezzabili, uniti alla regola, voluta nel programma di Dicosi, che rivendica ‘prima le idee e poi la squadra’. Riserviamo attenzione però – dice Alessandro – alle posizioni incancrenite verso coloro che hanno versato per 30 anni, con sacrifici, i contributi e poi non ce l’hanno fatta più. Impossibile pensare che non si possa far qualcosa per aiutarli ad andare in pensione con serenità. Quel che non è bastato negli scorsi 5 anni, Dicosi lo farà, sin da subito, senza se e senza ma. Con le proposte e l’aiuto concreto di chi vorrà essere con noi.
Pasquale infine tocca un tema sensibile. L’Insofferenza verso la Cassa reputata ‘matrigna’. No. Inarcassa non è matrigna né lo è mai stata. Non ci siamo mai vantati di quanti complicatissimi casi abbiamo risolto. E non continueremo a farlo. Dicosi ricostruisce vite senza attaccarsi medaglie. In silenzio e con discrezione. Come è doveroso che sia. Purtroppo, a differenza di molti, troppi altri. La Cassa, per Pasquale, deve fare qualcosa in più per chi è sempre in regola. Ha ragione. L’onestà deve essere premiata, nel rispetto del rigore che le norme di questi ultimi governi hanno preteso dalle Casse di Previdenza dei liberi professionisti. E a cui diciamo in coro ‘ora basta discriminazioni’. Con Pasquale, non chiediamo condoni ma esigiamo di essere leali con chi ha pagato. L’equità è un principio eterno. Sta scritto nei Codici e nella nostra amatissima Costituzione.