Piemonte, l’Italia una e indivisibile
Scriveva il grande Enzo Biagi “C’è una dote precipua dei piemontesi che non è la genialità, lo spirito, ma il buonsenso. Credo che Cavour e Giolitti siano stati politici che ne avevano tanto”. Ecco anche noi di Dicosì abbiamo ascoltato una carrellata di costruttivo buonsenso.
Roberto sostiene che per i giovani che avranno redditi bassi sarebbe interessante con la flat tax aumentare di 1 punto il contributo soggettivo. Bisogna attrarre altre tipologie di professionisti soprattutto fra le figure degli ingegneri molto variegate.
Un giovane professionista oltre all’arricchimento professionale ha la necessità di fare reddito, per questo sostiene Lorenzo, non è inusuale fare più lavori. Lo porta ad Inarcassa la voglia di coinvolgersi, “perché – sottolinea – parlare e criticare è molto facile, mentre è molto più difficile fare”. Dicosì ne è da sempre convinto.
Per Alessandro, tutelare la professione e le tariffe sono le priorità della fondazione. Un soggetto che tuteli diritti e necessità. E’ entusiasta di quanto fatto da Inarcassa con gli investimenti ESG ed in particolare della collaborazione con VIGEO Eiris. Il marchio ESG sugli investimenti di Inarcassa ha un grande valore per tutti.
Il Piemonte ha lavorato brillantemente in questo quinquennio, ci dice Pier Giorgio, che sottolinea di aver imparato tante cose, anche se 5 anni occorrono per capire la complessa macchina Inarcassa ed è sorpreso dall’efficacia dei sistemi messi in campo. La comunicazione va migliorata e occorre continuare ad essere sempre più attrattivi.
Felice punta a trovare il modo di crescere nel giusto equilibrio. Il debito in capo al professionista è prima di tutto un danno per lui, occorre farglielo comprendere e trovare il modo per aiutare.
Per Enrico c’è emarginazione dei liberi professionisti rispetto ai grandi gruppi. Dicosì è la condivisione di ideali, obiettivi. Le discussioni devono avvenire nel massimo rispetto degli altri. Accettare la flessibilità e non bloccare le decisioni. Rigenerarsi non dimenticando che la professione è in continua evoluzione.
Attrattivi verso gli studenti negli ultimi anni dell’Università, come ha fatto Enpam. Inarcassa non deve essere una ‘scatola blindata’ ma una porta aperta assumendo il ruolo del recupero sociale. Bisogna raccogliere le sfide con coraggio e offrire nuove opportunità. Abbiamo un capitolo enorme sui fondi e le politiche europee – dice Maurizio R – interamente non sfruttato.
Bisogna dire cose chiare in modo chiaro, afferma Alberto e questa dev’essere la comunicazione: incisiva. Vanno dedicate risorse più importanti. Lancia anche nuove proposte per le politiche sanitarie con un fondo che possa integrare garanzie aggiuntive.
Per Marina serve sensibilizzare i colleghi in maniera fattiva con iniziative varie.
Stefano è convinto che il Piano di comunicazione deve continuare, smart, dinamico e tempestivo. Risposte più snelle. Aggiungendo qualcosa in più. Una circolare con soluzioni più concrete. Workshop per i neodelegati.
Il confronto è sempre la chiave per aprire la porta ad un mondo nuovo, ha ricordato Fabrizio. Ne va della credibilità della categoria degli architetti. Al momento però non vede la possibilità di avere opportunità comuni di programmazione fra i professionisti e soprattutto agevolazioni ai giovani.
Infine Mario si preoccupa per i pensionati che sono spesso invisi e considerati scomodi. Dicosi prende nota di tutte le raccomandazioni, ben sapendo che non lascerà indietro nessuno: né i giovani né i pensionati.