Il Triveneto, impegno e lealtà

Lealtà. Basterebbe questo per raccontare la sintesi del nostro incontro di sabato 30 maggio con i colleghi del Triveneto. Lealtà dell’associato che rispetta la contribuzione. E lealtà di Inarcassa nel dar loro risposte chiare e tempestive sulle prestazioni previdenziali e assistenziali e, più in generale, nelle informazioni. Una mattinata di assoluta concentrazione, sui principi fondanti della Cassa non solo per il tempo di una campagna elettorale, ma per gli anni a venire e con tutti i nostri temi ‘core’ di noi liberi professionisti. 

Leonardo ci ricorda che Dicosi ha un programma coerente che deve proseguire in continuità, evitando interventi a pioggia, facendo assistenza e non assistenzialismo. Vero!

Matteo, propone di immaginare il lavoro con nuove forme societarie, implementando quelle attuali, andando a caccia di nuovi incubatori sfruttando anche un accesso al credito attraverso l’AdEPP. Non solo, ma nel rispetto della regola ‘1 testa 1 lavoro’, Inarcassa dovrà invogliare gli iscritti alla contribuzione volontaria. Gli fa eco Antonio ricordando a tutti che l’Italia si è dimenticata dei liberi professionisti, il tema della rappresentatività urgente, 1 testa 1 voto, 1 testa 1 lavoro. Giusto. E perché non ripensare ad una elaborazione della busta arancione, ci propone Claudio.

Massimo. Oltre allo sviluppo della libera professione è indispensabile mettere al primo posto i regolari che, con lealtà, versano i contributi. Sollecita un rinnovato rapporto con gli iscritti: quando qualcuno telefona è necessario sapere cosa consigliargli. Bisogna favorire chi vuole andare in pensione più tardi restituendogli incentivi.

Stefano ci segnala che i temi dell’iscrivibilità e della rappresentatività non sono presenti nel programma. Non è del tutto così, e per questo basta scorrere i nostri documenti. Dicosì non è né sarai mai soltanto uno strumento elettorale. Siamo nati nel 2015 come un vero e proprio movimento di idee e puntiamo a rimanere aperti al dialogo ed al confronto, una piattaforma di attrazione e condivisione.

Anche Alessia punta a rimettere al centro i professionisti leali con Inarcassa, ad aumentare il ritorno previdenziale per loro e a spostare il focus della comunicazione sui regolari.

E Mario Z. reclama un unico coordinamento per la comunicazione di Inarcassa senza creare faticose dispersioni. Con lui c’è Evasio che ribadisce l’importanza di investire sulla comunicazione, per costruire e formare gli iscritti sulla previdenza invertendo il rapporto di maggiore attenzione ai regolari. E Michela: se vogliamo dare spazio ai giovani occorre ridisegnare le possibilità dei pensionati nel mondo del lavoro. Sul delicato tema specifico Dicosi è pronta al confronto ma si dovranno fare dei seri approfondimenti.

Sergio va oltre, invitando Dicosi ad aiutare chi non è in regola a riemergere, ad essere flessibili con i pendolari, con un serio ‘ma’ di fronte per ‘evitare la contaminazione con i dipendenti fortemente voluta da qualcuno che sostiene compagini avversarie in questa tornata elettorale.

Per Lara è urgente mettere il lavoro al centro nella sfida del futuro, così come per Mario G. è altrettanto cruciale aiutare gli studi associati che in questo momento vivono un momento di difficoltà.

Sì, c’è bisogno di lavoro per far ripartire il Paese. E per Gianfranco la Fondazione è il vero nodo da risolvere. E va ripensata fino in fondo. La nostra Fondazione deve cambiare ruolo e Dicosi sarà in prima fila per rinnovarla completamente. Michele ricorda alla Fondazione l’impegno sul campo e ad Inarcassa di non dimenticare le minoranze linguistiche. Un ‘manipolo’ di circa 20 professionisti, appassionati, vocati, tutti pronti a dare la pelle per Dicosi. Solo così riusciremo a riportare l’Italia ad una unità che altri – politici e politicanti – vogliono ancora spaccare.  Come gli alpini In battaglia ‘allineati e coperti’… e sempre insieme.

Grazie a tutti.

Giuseppe Santoro