PERDERE SENZA ESSERE PERDENTI

Quando abbiamo ricevuto, il 20 aprile scorso, la nota dei ministeri del lavoro e dell’economia che respinge senza appello la riforma del sistema sanzionatorio deliberata da questo Comitato, ho fatto un brusco ed improvviso salto nel passato. Un passato che alza muri, che crea contrapposizioni. Un passato che esclude la solidarietà e penalizza i più deboli. Inarcassa, lo sappiamo, non può offrire un sostegno diretto agli associati, perché non è quello il suo ruolo. Ma può aiutarli, sostenendo il loro contributo e facilitando la regolarità di chi oggi è in difficoltà con i pagamenti.

Una bocciatura che stupisce per forma e sostanza. Un diniego che non ha voluto cogliere lo spirito di questa riforma ma la considera un vero e proprio ‘incentivo alla dilazione del pagamento dei contributi’ addebitandole la responsabilità di ‘possibili conseguenze negative per i saldi di finanza pubblica’.

Eppure siamo buoni pagatori. Riversiamo nelle casse dello Stato 110 milioni di euro l’anno di imposte vive, cui si aggiungono i prelievi della spending review. Siamo un Ente rigoroso e ligio: privatizzato ma sottoposto al sistema pubblicistico, chiamato a gestire norme spesso difficili e talvolta contraddittorie tra loro. Siamo una Cassa che è e resta solida e che, soprattutto, è e resterà attenta ai bisogni dei suoi associati.

Come le grandi istituzioni, che traggono vigore dall’impegno di chi vi partecipa, abbiamo dimostrato di essere consapevoli e responsabili. E consapevolmente abbiamo adottato una riforma che coniuga disciplina e solidarietà. E questa è la Cassa che vogliamo: coraggiosa nelle proposte – concrete e al tempo stesso sempre realistiche – impegnata umanamente e professionalmente, e sempre leale nel gioco di squadra.

Il Comitato Nazionale dei Delegati, preso atto del “No” della riforma del sistema sanzionatorio, ha sollecitato il Consiglio di Amministrazione ad assumere con urgenza le iniziative necessarie per consentire il riesame di un provvedimento ritenuto tanto rispettoso dei principi che guidano la gestione della Cassa, quanto non lesivo dei vincoli di finanza pubblica.

Imparare a perdere senza considerarsi perdenti è un traguardo elevato, mèta di ogni grande progetto.  Non possiamo fermarci adesso. Puntiamo ai risultati e rimettiamoci in cammino.

Affronteremo queste difficoltà con rigore e determinazione, coniugando disciplina previdenziale e finanziaria da un lato ed equità dall’altro, attraverso atti adeguati ed efficaci azioni di comunicazione e relazione verso tutte le sedi competenti. Al tempo stesso continueremo a sostenere ed incentivare la professione in un ambito di solidarietà, tutela dei diritti e rispetto degli obblighi: questo e non altro è il compito di Inarcassa.

Giuseppe Santoro