ROMA ACCOGLIE DICOSÌ

Osservo la sala colma di colleghi all’Hotel Palatino, poco prima del nostro incontro e mi torna in mente un vecchio proverbio, che ripeteva mio padre quand’ero ragazzino. ‘Calati junco ca passa la china’. Ognuno di noi è un giunco di fronte alla vita. E in questa tornata elettorale, che cambierà la rotta della gestione futura del nostro sistema previdenziale, che piena sarà?
Ecco – pensavo – la piena è in questa sala, che accoglie Dicosì. Una piena fatta di passione e partecipazione, di rigore e di entusiasmo. Di noi, che diciamo sì al dialogo. Sì, alla conoscenza. Sì, alle regole. In una parola: sì, all’Onestà. Sì, alla volontà di fare bene, per crescere, cambiare e migliorare. Sì, all’impegno e alla serietà. Sì, a chi sarà con noi e a chi dovrà fare un passo indietro. Sì, a coloro che quel passo lo hanno fatto, con fiducia e con lealtà.
Ben venga, dunque, questa sala piena di colleghi, Architetti e Ingegneri Liberi Professionisti, venuti a Roma da tutta Italia per dire sì alla costruzione – senza scorciatoie – di un progetto sano per la nostra Cassa. Oltre sessanta Delegati eletti nel Comitato Nazionale che guiderà le scelte di Inarcassa, hanno accolto il nostro invito.
Sono venuti per parlare di lavoro e di sicurezza previdenziale, per discutere su quanto è stato fatto in questi anni e su quel che si dovrà fare per sostenere la professione. Perché, come ha detto Lucio, “la crisi che ci ha colpiti, ha particolarmente segnato i 45 e i 50enni, rendendo arduo il versamento dei contributi, creando rabbia e malcontento.” Di provvedimenti ne sono stati fatti tanti: dalle agevolazioni per i più giovani alla retrocessione del contributo integrativo; dai prestiti d’onore ai finanziamenti on line; dagli stanziamenti straordinari per sostenere gli obblighi previdenziali e rateizzare i contributi, con specifiche linee di credito, all’Rc Professionale. “E se vi pare poco – sottolinea Silvia – i mutui a tassi agevolati, i servizi finanziari in convezione e un’assistenza che oggi è diventata modello di welfare e di civiltà testimoniano l’attenzione dedicata.” Così, per Luisella è indispensabile “far comprendere a tutti, per primi i giovani, che un contributo versato appena iscritti genera un grande rendimento”. Molto è stato fatto e molto altro si farà. Condividiamo le parole di Paolo per cui: “la serietà della governance premia, così come l’umiltà nell’ammettere che tutto è migliorabile.” La credibilità di DicosìaInarcassa passa anche dalla consapevolezza che tutto è perfettibile. Ne siamo convinti. Umiltà, certo, da non confondersi col rinnegare quel che è stato fatto; che va invece difeso perché rappresenta lo zoccolo duro della nostra collettività. E ad Arcangelo che vuol sapere come mai non abbiamo scelto neodelegati nella squadra, abbiamo risposto che per guidare una Cassa di previdenza – così come per ogni cosa, nella vita – serve quell’umiltà evocata da Paolo. Studiare, conoscere e per guadagnarsi la fiducia di chi, un giorno, ti potrà chiamare a gestire il futuro di centosettantamila famiglie.
Per noi di Dicosì il governo di Inarcassa non è una corsa al potere, non è un assalto alla diligenza, non è una grazia ricevuta. È impegno, tenace; è responsabilità; è, appunto, umiltà nel cominciare dall’inizio: imparando a fare il delegato, con serietà. Come intende Maurizio che auspica nell’autonomia di un ruolo così complesso “la possibilità di convocare assemblee territoriali”. O anche attraverso il lavoro di onesta critica costruttiva, come ha fatto in questi anni chi oggi è pronto a farsi carico di responsabilità nuove, di cui risponderà con noi, davanti al Comitato, alle istituzioni che ci governano e davanti a tutti gli iscritti, se la nostra squadra riceverà la fiducia cui aspiriamo. Ester alla fine dell’incontro dichiara “è tutto vero, funziona così – si emoziona, ma non cede – chi rinnega il passato non ha futuro. Io sono qui perché ci credo e scelgo Dicosì.” Roma sorniona sorride, e come un giunco si china alla forza delle idee.

(Arch. Giuseppe Santoro)